Il partenariato con l’Università di Leeds. II parte: il Remote Fieldwork

Il partenariato con l’Università di Leeds. II parte: il Remote Fieldwork
12 Gennaio 2021 Andrea D'Urso

Per l’anno accademico 2020/21 il contributo di Trame di Quartiere all’interno del corso di laurea in Geografia Umana dell’Università di Leeds (UK) ha previsto non solo l’esperienza del Virtual Fieldtrip (ne abbiamo parlato a novembre, leggi l’articolo al seguente link: https://www.tramediquartiere.org/il-partenariato-con-luniversita-di-leeds-i-parte-lesperienza-del-virtual-fieldtrip/), ma anche un’attività di tutoraggio in un micro percorso di ricerca sul campo, anch’esso in modalità a distanza: il Remote Fieldwork. Per noi è stata un’esperienza totalmente inedita!

Abbiamo proposto agli studenti la tematica Complessità delle periferie urbane: prospettive, migrazioni, narrazioni

L’ampiezza del tema ha permesso di sperimentare diversi modi per esplorarlo, attraverso l’individuazione dei concetti chiave più “caldi”, sia per l’oggettiva importanza degli stessi che per una naturale predisposizione degli studenti ad approfondirli.

In un percorso del genere, in cui i materiali video tratti dalla nostra web serie (di cui trovate tutte le puntate sul nostro canale youtube: https://www.youtube.com/channel/UCXNZYy02WdT1K6hYpRjbL6g/videos) si sono rivelati fondamentali per mostrare come il tema da noi scelto potesse essere declinato nel contesto di San Berillo, non potevano mancare le interviste a persone la cui storia è strettamente intrecciata con quella del quartiere. 

Abbiamo quindi deciso di far “incontrare” agli studenti, seppur da dietro uno schermo del pc, due abitanti: Graziella e Karamo! Dove per abitanti non intendiamo solo coloro che sono residenti in un luogo o che lì hanno la propria casa, bensì, con un’accezione più ampia e includente, coloro che abitano i luoghi, ognuno in un modo diverso, conoscendoli, plasmandoli e inglobandoli nella propria quotidianità.

Chiacchierare virtualmente con Graziella, sex worker in quartiere da più di trent’anni, ha permesso agli studenti di entrare in contatto con una fonte orale preziosissima!

Attraverso il racconto personale di Graziella è emersa una storia di dissidi identitari e di organico inserimento in una comunità che “sa di casa”, che ha toccato anche temi fortemente legati alle specificità del quartiere San Berillo ˗ in cui il lavoro sessuale costituisce sicuramente un tratto distintivo ˗ aventi al contempo un carattere globale, che esula dal contesto specifico.

Altrettanto intenso è stato l’incontro con Karamo, giovane gambiano che frequenta il quartiere abitualmente e che è tra i fondatori della Youth Gambia Association catanese. Poter scambiare con lui punti di vista e desideri ha abolito le censure su percorsi di vita notevolmente problematici (come lo spaccio, che interessa molti ragazzi gambiani attualmente residenti nel centro storico di Catania) e ha fornito spunti per una riflessione a tutto tondo sui problemi della città, sulla narrazione delle migrazioni che viene fatta nel nostro Paese  e sulle possibili strade per aiutare in maniera strutturale, e non meramente assistenzialistica e legata ad una solidarietà contingente, le fasce più svantaggiate della società.

Se il Remote Fieldwork si è rivelato uno strumento virtuale adatto a sopperire da un punto di vista formativo ed informativo alla momentanea impossibilità di svolgere dal vivo il lavoro di ricerca sul campo, le interviste con i due abitanti hanno corroborato l’importanza di (r)accogliere punti di vista altri, marginali e subalterni per restituire una visione più stratificata e complessa del tessuto sociale della città.

Dopo cinque incontri tra novembre e dicembre insieme a Trame di Quartiere, che hanno incluso le due interviste, gli studenti hanno cominciato ad  organizzare il proprio lavoro di ricerca individuale. 

Siamo molto soddisfatti di questa esperienza e del rapporto che si è creato con gli studenti e con i tutor coordinatori dell’attività (con le webcam rigorosamente accese!).  Il Remote Fieldwork ci ha permesso di imparare tanto l’un dall’altro, nonché di condividere saperi, bisogni e progetti. Per questi motivi speriamo di sperimentare strumenti sempre nuovi negli anni a venire